domenica 14 settembre 2014

Due mesi che sto qui




Oggi riflettevo su come cambia in fretta il concetto di casa.

Due mesi fa ho traslocato nella nuova casa, che per la precisione è la casa di Paolo. Ora siamo un bel terzetto composto da una coppia dei gemelli + gatta senza coda.

Non è stato facile decidere di uscire dal mio nido, che era la mia "comfort zone" da dieci anni. 
Era una casa che non avevo scelto ma accettato per motivi di praticità, non aveva una progettualità ma era comunque la casa della mia indipendenza, quella in cui ho passato tutte le fasi verso l'autonomia emotiva, la ricerca del mio posto nella vita adulta. Era la casa di una Berenice con gatto, quella in cui mi rifugiavo quando tutto sembrava essermi contro insieme al mio amato gatto Camillo. Ho passato periodi di sofferenza e li ho superati, ho troncato storie d'amore sbagliate che non mi rendevano felice. Sono cambiata tanto, non credevo che sarei mai riuscita a capire cosa volevo dalla vita per essere me stessa, a lasciarmi andare e a dare fiducia a un rapporto di coppia e ad abbandonare i lavori che mi ammorbavano le giornate per avviarmi al lavoro da freelance.

Infine è arrivato in modo naturale il momento di lasciarla per la nuova casa, dove mi sono subito sentita a mio agio, anche se prima di avvicinarmi l'ho considerata con sospetto per 3 anni. E' luminosa, l'abbiamo arredata con i colori che ci piacciono e con un progetto condiviso, c'è il mio angolo per lavorare e tanti armadi su cui Tippi si diverte ad arrampicarsi. Parte dei mobili e quadri che avevo hanno traslocato con me e mi danno un bel senso di familiarità. Mi manca il vecchio quartiere, a cui mi ero affezionata, anche se è molto vicino da qui.
E' al quinto piano e ancora non riesco a vincere le vertigini per affacciarmi al balcone (non credo ci riuscirò mai), ha una bella visuale aperta sulle montagne. Ci offre certi tramonti che non sembra di essere in città. E' a soli 400 metri dal parco in cui vado quasi ogni giorno a camminare e altrettanto vicina al palazzetto in cui i Depeche Mode hanno fatto un concerto lo scorso febbraio. Eh sì, quando passo davanti e ci penso sempre, avrei potuto invitarli per una spaghettata...

A differenza dalla vecchia casa, che era al primo piano e mi faceva vivere uno scambio costante con i rumori della strada e della città, questa sembra proteggermi. I rumori arrivano attutiti e ogni tanto mi sembra di essere sospesa in una mia dimensione sopra la vita frenetica che c'è là sotto.

Mi sorprende come tutto cambi in fretta, come quelle che erano le certezze più ovvie, la casa appunto, entrino rapidamente a far parte del passato. Siamo in costante evoluzione, se non abbiamo paura di lasciar fluire gli eventi.

Da quando ho superato questa paura la mia vita è più mia.

Ed ecco la colonna sonora di questo post:
http://youtu.be/icDf3R6KgpE

3 commenti:

  1. Bellissimo Manu, bellissimo!
    Bella la sensazione che si prova vivendo la tua storia attraverso le tue parole.
    A me non è capitato, ma sto sperimentando qualche cambiamento anche io. E nel cambiamento succede che ti conosci di più, capisci cose, vedi dentro di te più in profondità.
    Non passavo da te da un sacco e tornare a vedere Berenice e questo splendido sfondo di parole mi fa sentire "a casa" ;)
    Un abbraccio!

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  2. Grazie, Cecilia, bentornata! Si fa un pezzo di strada insieme, ci si perde di vista e poi ci si rincontra un po' cambiate ma sempre noi, che bello!

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  3. Mi hai fatto tornare in mente una delle miei canzoni preferite dei Talking Heads:
    "Home, is where I want to be
    But I guess I'm already there.
    I come home, she lifted up her wings
    I guess that this must be the place."

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