domenica 13 gennaio 2019

Fuga di mezzanotte




"Spesso mi capita di ritrovarmi un paio di versi di una poesia in testa, senza sapere come ci siano finiti. A volte si tratta di una strofa o un ritornello che neanche sapevo di sapere, e non necessariamente di qualcosa che reputo di mio gusto. Di solito non ci bado, ma se lo faccio, mi accorgo quasi sempre che in quella poesia, o almeno in quella parte che mi ronza nel cervello, c'è un aggancio con quanto mi sta succedendo nella vita. Anche se magari non è quello che si direbbe stia succedendo".

Oggi, leggendo il racconto di Alice Munro "Bardon, autobus n. 144" del libro Le lune di Giove, ho incontrato questo brano che mi è risuonato familiare.

Mi capita sempre, quasi ogni giorno, che da qualche angolo remoto del mio cervello, dagli strati polverosi della memoria antica, salti fuori all'improvviso il ritornello di una canzone che non sento da secoli, la strofa di una poesia studiata a scuola, il flash di una pagina di un libro, la sigla di un cartone animato che vedevo da bambina, l'immagine di un luogo che ho visitato anni fa.  E rimane insistentemente in testa, se è una musica mi accompagna per tutto il giorno, forse anche di più, resistendo alle cose che faccio e alle altre musiche che eventualmente ascolto. Spesso tento di cantare il motivo a Paolo perché mi aiuti a dare un titolo e un autore al brano, mentre per gli altri tipi di ricordo del mio passato di solito so sbrigarmela da me.

Accolgo questo fenomeno sempre con un po' di stupore e divertimento, immagino cosa capiti nel caos di quel cervello per far riemergere proprio quel frammento di ricordo.

Proverò a rifletterci con questa chiave di lettura che il racconto mi dà. Ho sempre pensato che ci fosse un'attinenza con il mio subconscio, che fosse il frutto del suo lavorio. Ma il mio subconscio è un po' burlone, oltre che sibillino come tutti i subconsci.  E come la mia vita onirica è spesso popolata di sogni degni di una 7enne in cui trovo un animaletto abbandonato, lo salvo e mi sento felice, così anche questi frammenti che mi bussano alla porta cerebrale spesso sono curiosi.

Stamattina per esempio, dopo una notte di sonno scarso e poco ristoratore, mi sono svegliata con il riff potente di Chase di Moroder in testa, dalla colonna sonora di Fuga di mezzanotte  (canzone di cui non sapevo nè il titolo nè la provenienza).  Un riff incalzante, con una tensione palpabile ma non angosciante.  Cosa inseguo? O cosa mi insegue? Da cosa fuggo?  La partita si gioca sul dancefloor?

A voi capita?




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