Io che di solito sono una lettrice di impulso e vorace,
spesso frettolosa per l’ansia di finire la storia, questa volta mi sono munita
di matita per sottolineare, micromina per scrivere a margine e quadernino per
appuntare le considerazioni su tutti i racconti. Che organizzazione, che professionalità!
Alice Munro merita questo. Per capire davvero i suoi
racconti e entrare nel suo stile devo fare così. Non è una costrizione, sento
che è il modo e il momento giusto per scoprire i suoi segreti.
Sì, l’idea ambiziosa è di leggere tutta la
sua bibliografia e mappare tutti i racconti. Se il destino mi concede qualche
anno ce la posso fare.
Sono una persona poco metodica,
soggetta a manie e infatuazioni ma sono anche soggetta a corsi e ricorsi
storici. I grandi amori sono ricorrenti, si allontanano un po’ ma non spariscono mai
dall’orizzonte. E un giorno scatta la scintilla che li fa tornare in primo
piano.
Così è per Alice Munro, Doris Lessing, l’antropologia, la fotografia, certa musica che
mi accompagna da almeno 30 anni. I gatti, lo yoga, New York. Il Canada e le scrittrici canadesi come Alice, Margaret Atwood e Miriam Toews.
Man mano, un racconto al giorno, fin quando ne avrò voglia.
Complice il gruppo di lettura su Alice che sto frequentando dallo scorso ottobre e che ha ridato ossigeno alla scintilla.
Poi arriverà il desiderio forte di un romanzo, perché i
racconti sono un po’ una forzatura per chi come me ama fare un pezzo di strada
lungo con i personaggi fino ad arrivar a sentirli intimi.
I racconti di Alice avvolgono e i personaggi
sono ben tratteggiati, e questo aiuta, così come la possibilità di confrontare racconti e temi di periodi diversi.
So che arriverà presto la voglia di altri
scrittori, di altre voci. E
meno male, perché come lettrice chiedo solo di innamorarmi di nuove storie e di nuove parole.
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