mercoledì 26 dicembre 2018

A short story a day keeps the boredom away





Io che di solito sono una lettrice di impulso e vorace, spesso frettolosa per l’ansia di finire la storia, questa volta mi sono munita di matita per sottolineare, micromina per scrivere a margine e quadernino per appuntare le considerazioni su tutti i racconti. Che organizzazione, che professionalità!

Alice Munro merita questo. Per capire davvero i suoi racconti e entrare nel suo stile devo fare così. Non è una costrizione, sento che è il modo e il momento giusto per scoprire i suoi segreti.

Sì, l’idea ambiziosa è di leggere tutta la sua bibliografia e mappare tutti i racconti. Se il destino mi concede qualche anno ce la posso fare.

Sono una persona poco metodica, soggetta a manie e infatuazioni ma sono anche soggetta a corsi e ricorsi storici. I grandi amori sono ricorrenti, si allontanano un po’ ma non spariscono mai dall’orizzonte. E un giorno scatta la scintilla che li fa tornare in primo piano. 
Così è per Alice Munro, Doris Lessing, l’antropologia, la fotografia, certa musica che mi accompagna da almeno 30 anni. I gatti, lo yoga, New York. Il Canada e le scrittrici canadesi come Alice, Margaret Atwood e Miriam Toews.

Man mano, un racconto al giorno, fin quando ne avrò voglia. Complice il gruppo di lettura su Alice che sto frequentando dallo scorso ottobre e che ha ridato ossigeno alla scintilla.

Poi arriverà il desiderio forte di un romanzo, perché i racconti sono un po’ una forzatura per chi come me ama fare un pezzo di strada lungo con i personaggi fino ad arrivar a sentirli intimi.  
 I racconti di Alice avvolgono e i personaggi sono ben tratteggiati, e questo aiuta, così come la possibilità di confrontare racconti e temi di periodi diversi. 

So che arriverà presto la voglia di altri scrittori, di altre voci. E meno male, perché come lettrice chiedo solo di innamorarmi di nuove storie e di nuove parole.

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